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GENITORIALITÀ ED EMERGENZA SANITARIA: AFFRONTARE LA GRAVIDANZA DURANTE LA PANDEMIA

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Il lockdown di Marzo 2020, ha sancito per la popolazione mondiale una grande crisi sanitaria, sociale ed economica con delle conseguenze disastrose per tutti i popoli. Queste crisi hanno portato al cambiamento di priorità per alcuni contesti, abbiamo dovuto arrestare la nostra quotidianità, c’è chi ha avuto difficoltà a mantenere il lavoro, c’è stato lo Smart working o la cassa integrazione, chi è riuscito a ricrearsi e a trovare il proprio posto grazie allo stop forzato. In tutto questo però, ci sono state anche quelle coppie che per scelta o no si sono volute fare il regalo più bello della propria vita in un periodo così difficile: diventare genitori. Fare questo durante il lockdown può essere visto sicuramente come un atto di grande coraggio ma anche di grande speranza, persone che riescono a vedere la luce in un periodo così incerto e buio.

LA FORZA DELLE MAMME

Essere mamme non è sicuramente un’impresa semplice, e vivendo in un periodo di emergenza sanitaria questo è ancora più complicato. Il divenire madre, l’incontro col bambino e lo strutturarsi della relazione mettono in campo diversi processi psichici caratterizzati da emozioni positive e negative che sono l’ordine del giorno in questo momento delicato. Il Covid-19 ha influenzato il mondo materno aggiungendo emozioni difficili da gestire da sole, soprattutto quando il ruolo di padre viene messo in secondo piano dalle istituzioni “per prevenire il contagio”. Quelle visite fatte da sole, quelle analisi e attese di risposte in completa solitudine sono state affrontate grazie alla tenacia dell’essere donna e alla forza che solo una mamma può avere. Fare un bambino è considerato un atto molto rischioso. Le mamme hanno la percezione di essere circondate da pericoli, ma non sono reali, concreti e non permettono di dirigere nessuna azione specifica. Queste paure, hanno effetti inibitori sulle mamme, sulla gravidanza, sul parto e sull’allattamento; queste fanno perdere il contatto e creano stress che inibisce a sua volta l’attività biologica. A contrastare questo vissuto arriva la parte femminile, che è istintiva, percepisce la natura come risorsa, come alleata e il corpo come fonte di messaggi. La letteratura è povera di evidenze in questo ambito, si è studiato come le mamme in attesa avessero reagito a catastrofi naturali passate e/o incidenti di portata mondiale, ma come le coppie in attesa reagissero ad un’emergenza sanitaria al giorno d’oggi ancora non si era studiato e non si sapeva che conseguenze questo avrebbe portato.

IL RUOLO DELLE ISTITUZIONI

Sono state definite, in quel contesto straordinario, dal Ministero della Salute delle linee guida che potessero in qualche modo accompagnare soprattutto nel rapporto con le istituzioni questo delicato processo dei neogenitori. È stato davvero difficile un incontro tra l’organizzazione manageriale, che ha dovuto rispondere a delle richieste nazionali proprie del servizio da ricoprire, e l’ideale di salute richiesto dalle coppie che si trovavano in un periodo così delicato per la loro evoluzione. Si è osservato un fenomeno di totale disattenzione dei bisogni delle neo mamme e dei neo papà, c’è stata una risposta incongrua a ciò che veniva enunciato nei DPCM: quanto, realmente, veniva considerato “importante” un congiunto, se durante la prima visita non poteva essere presente ad ascoltare per la prima volta il battito del cuore del proprio figlio e non poteva emozionarsi insieme alla propria compagna?! Vivere il momento della gravidanza insieme, potersi sorprendere per ciò che accade, partecipare e condividere l’ansia che tutto vada per il meglio.

DIVENTARE GENITORIfamily-457235  340

Le esperienze che viviamo sono potenzialmente trasformative (Bion, 1962); l’esperienza di diventare madri e padri per la pregnanza affettiva che riveste, a livello individuale, di coppia, familiare, transgenerazionale e per le sue declinazioni nella dimensione del passato, del presente e nel futuro, si candida ad essere una delle esperienze più significative nella vita adulta. Magicamente il bambino inizia a influenzare i propri genitori ancor prima di venire al mondo, poiché egli si fa sentire all’interno del grembo materno così da indurre dei cambiamenti, poiché la donna sta per divenire madre, l’uomo sta per divenire padre, e la coppia in sé sta per divenire una famiglia (A. Pellai, 2003). Quindi la nascita del figlio rappresenta per ogni donna un profondo cambiamento. Si crea una nuova identità: l’essere madre. Il bambino immaginato per mesi si concretizza, divenendo figlio reale. In questi momenti la mamma, viene investita da numerose trasformazioni psicologiche che si riflettono sulla vita intrapsichica, affettiva, relazionale, cognitiva e sociale. Diventare madre significa accettare enormi cambiamenti fisici e personali ma anche e soprattutto modifiche emotive e sociali: la vita di ogni donna che diventa madre cambia

profondamente. Si tratta di cambiamenti naturali, non solo esterni ma anche interni.

 

 

IL PARTO

La preparazione del proprio corpo al lavoro fisico del parto e la preparazione col partner ad una comunicazione non verbale, sensibile che faciliti la sintonia. Il corpo viene vissuto come risorsa, entrare in contatto col proprio corpo sarà un elemento importante di sicurezza per la mamma. Il bambino porta con sé un suo bagaglio, delle forze che possono essere d’aiuto in questo momento (V. Schmid, 2013). La gravidanza di per sé è un percorso stressante per l’organismo della donna. Il parto è un profondo e totale processo di apertura del corpo della mamma, un’apertura che consiste nel dare alla luce il proprio bambino e un’apertura della propria parte inconscia con le sue aspettative e paure. Il momento del parto solitamente è accompagnato da vissuti di paura, paura del parto in sé, paura del dolore, paura del bambino reale. La paura è contagiosa, ma è anche fisiologica e naturale. La paura è la risposta al cambiamento e favorisce l’adattamento. È un alleato che accompagna la donna dal concepimento, sposta l’attenzione sul processo in atto e spinge verso un adattamento produttivo. Quando si è in stress costante, le endorfine diminuiscono e le paure crescono. Quando la mamma riesce a creare una buona alternanza tra rilassamento e attività, le paure sono compagne occasionali. Un’altra serie di paure sono quelle indotte dalle società in cui la donna vive, queste non sono produttive e spesso si tramutano in ansia. La donna, nella nostra società, non è ancora valorizzata pienamente e in tutto ciò il figlio viene visto come prodotto sociale, lei potrebbe temere di non essere all’altezza (V. Schmid, 2013).

LA RICERCA

L’obiettivo della ricerca era di esplorare come, in questo periodo di Emergenza Sanitaria, le coppie di neogenitori abbiano vissuto la gravidanza, anche alla luce dei cambiamenti delle procedure all’interno delle istituzioni e della propria quotidianità. Lo studio è durato 6 mesi e si è composto di due parti: un’intervista preparto e una post-parto. Le interviste sono state effettuate a 8 coppie di neogenitori facenti parte di un corso di accompagnamento al parto online durante l’emergenza sanitaria per COVID-19. Su 8 coppie di genitori solo 1 si è descritta come molto preoccupata per la situazione pandemica anche successivamente alla fase più acuta dell’emergenza. La restante parte ha riportato un vissuto molto diverso caratterizzato da bassi livelli di ansia e dalla riscoperta del valore della famiglia.

I temi ricorrenti nelle interviste delle mamme nel periodo pre-parto sono stati:

• La serenità e stupore di viversi la famiglia e la gravidanza e sfruttare questo periodo per allontanare “occhi indiscreti” che come viene descritto in letteratura da Carter e McGoldrick (1986), il concetto di ciclo vitale della famiglia viene concepito in termini di connessioni intergenerazionali.

• Il pensiero principale è il benessere del bambino, i processi psichici che vengono vissuti in questo delicato momento di vita di una donna, ma non solo anche per un uomo, sono diversi e riguardano il divenire madre e padre, il primo incontro col bambino e lo strutturarsi della relazione, le emozioni positive e negative di questo momento delicato (ISS- Istituto Superiore di Sanità).

• Maggiore informazione, rispetto ad una situazione normale, sull’influenza che un evento (in questo caso il Covid-19) possa provocare sulla gravidanza, l’utilizzo di fonti anche se non sempre fondate hanno avuto un ruolo incisivo in questo momento di emergenza per poter tenere sotto controllo quei vissuti di ansia che venivano rafforzati dalla confusione informativa presente.

• Creare e rafforzare in questa fase il rapporto papà-bambino, visto che ancora non hanno piena consapevolezza del bambino che verrà, durante la gravidanza è la mamma che da l’accesso al bambino al proprio padre, lei è il canale principale.

• Mancata condivisione della gravidanza con figure di riferimento. È importante poter contare su figure significative con cui si ha un buon legame affettivo, che possono dare un supporto sia emotivo che pratico (A. Pazzagli, 2011). In particolare da parte dei papà a questi vissuti si aggiungeva • la totale fiducia nella donna per il momento del parto che avrebbe dovuto affrontare da sola, non poterle stare vicino amplifica i sentimenti di impotenza che durante il travaglio investono, normalmente, il papà abituato a fare.

• Dispiacere per la mancata possibilità di poter essere presente e non poter essere un riferimento per la compagna, l’essere presente durante il travaglio e il parto veniva vissuto dai papà come un poter “sentire” maggiormente ciò che stava per accadere. Nel post-parto invece, i temi emersi tra le coppie sono stati: • l’esperienza del parto. Lorenzo Braibanti (1993) diceva che il neonato è molto preparato a nascere: noi non possiamo insegnargli quello che deve fare, è lui che insegna a noi come dobbiamo comportarci; allo stesso modo in cui noi non possiamo insegnare ad una donna a partorire perché è lei stessa che lo insegna a noi.

• Gestire il rientro a casa con il proprio bambino/a. Vivere il proprio nucleo familiare scoprendo insieme quali siano sia i bisogni del bambino, ma anche i nuovi bisogni della coppia con la gestione della nuova quotidianità, creando quindi una propria routine genitoriale.

• Gestione dei rapporti con l’Altro, vista l’Emergenza da Covid-19 ancora in atto: sette coppie su otto sono riuscite a condividere con le persone più importanti per loro questo momento, utilizzando le giuste precauzioni che si devono comunque avere quando si parla di un neonato. Il parto è il momento culmine del processo della maternità. È il momento in cui il bambino, che per 9 mesi è stato immaginato diviene reale. Gli interrogativi che investono i neogenitori riguardano: "come sarà il parto?", "come sarà il bambino?”, “che peso avrà?”. Il timore per il dolore e la capacità o meno di sopportarlo e superarlo accompagnano la mamma in quest'ultimo periodo, portando in sé anche il dolore emotivo per la separazione e il concludersi della relazione privilegiata che madre e feto che hanno vissuto durante tutti i mesi della gravidanza. L’esperienza della Pandemia può amplificare dubbi e timori, poiché gli interrogativi dei neogenitori si sviluppano in un momento critico e i vissuti d’ansia per il parto vengono spodestati da altri pensieri carichi di angoscia per il benessere del bambino: “verrà contagiato?”, “l’ospedale è un posto sicuro ora per noi?”. Le mamme che hanno partecipato alla ricerca venivano allarmate proprio da questo quesito, si chiedevano quale struttura tra l’ospedale e la clinica fosse più sicura, soprattutto le primipare erano in allerta perché non sapevano cosa le aspettasse. Dopo una prima fase vissuta con paura dell’incertezza e ansia di ciò che sarebbe accaduto, le mamme si sono focalizzate sulla propria gravidanza e sui cambiamenti che l’accompagnavano. Nel post-parto invece si è evidenziato il processo di uscita del bambino all’esterno e il contatto con questo e come l’Emergenza, in qualche modo, abbia favorito i primi vissuti familiari, il viversi come triade. Durante il travaglio la presenza del partner all’interno della stanza è essenziale per il benessere della madre e del bambino che verrà alla luce e assolve diverse funzioni che vanno da quelle organizzative (comunicare con gli operatori per capire l’andamento del parto) a quelle più supportive e di incoraggiamento perché essa non si senta sola di fronte alla macchina assistenziale che la sovrasta e la deresponsabilizza e perché possa trovare un sostegno affettivo nelle fasi in cui la sofferenza può essere più acuta, in particolare nel periodo prodromico e in quello dilatante. Nel momento del parto non sta nascendo solo un bambino, ma stanno nascendo anche una madre e un padre. Inoltre, la presenza del papà durante il parto ha il ruolo di intermediario tra la situazione intima e i familiari in attesa. I familiari sono la potenza ecologica della coppia di neogenitori. L’Emergenza Sanitaria ha ostacolato appieno il flusso di queste forze generatrici, lasciando spesso sola la mamma ad affrontare il travaglio e il parto, sviluppando in lei dei potenziali vissuti traumatici. Quando si pensa al momento del parto, lo si pensa spesso come una condivisione con il proprio compagno di ogni momento che li avvicina sempre più all’arrivo di loro figlio, della creatura che hanno creato insieme e metteranno al mondo insieme. L’Emergenza Sanitaria ha fatto emergere emozioni molto varie nei neogenitori, la consapevolezza, il proprio stile di adattamento alla situazione d’emergenza ha sicuramente inciso sul potenziale vissuto. C’è chi ha maturato subito dopo il parto vissuti di abbandono e di solitudine dovuti alle restrizioni date dall’Emergenza a causa dell’impossibilità di poter condividere un momento così felice con gli Altri; poi c’è chi si è adattato in modo flessibile e ha reagito esponendosi all’esterno, forse andando anche incontro a dei pericoli.

 

BIBLIOGRAFIA

Braibanti, L. (1993). Parto e nascita senza violenza, RED.

Gruppo di Lavoro ISS Prevenzione e Controllo delle Infezioni. Indicazioni ad interim per un utilizzo razionale delle protezioni per infezione da SARS-COV-2 nelle attività sanitarie e sociosanitarie (assistenza a soggetti affetti da COVID-19) nell’attuale scenario emergenziale SARS-COV-2. Versione del 10 maggio 2020. Roma: Istituto Superiore di Sanità. 2020. (Rapporto ISS COVID-19 n. 2/2020 Rev. 2).

McGoldrick, M., A.E., Carter (1986). Il ciclo di vita della famiglia, in Stili di funzionamento familiare, a cura di F. Walsh, Milano. Pazzagli, A., et al. (2011). La nascita nella mente della madre. Rivista Italiana di Educazione Familiare, n. 2, pp. 5-21 Pellai, A. (2003). Nella pancia del papà: padre e figlio: una relazione emotiva. FrancoAngeli.

Schmid, V. (2002). I sistemi fisiologici di adattamento e le risorse endogene, D&D n. 29, giugno 2002, pp. 45-52.

Schmid, V. (2013). Venire al mondo e dare alla luce. Percorsi di vita attraverso la nascita. Universale Economica Feltrinelli/Sagg

 

a cura della Dr.ssa Alessandra Moretti

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