NUOVE PROSPETTIVE SECONDO LA METODOLOGIA FUNZIONALE (2°PARTE)
Il DAP secondo la metodologia Funzionale
Secondo la metodologia Funzionale il disturbo da attacchi di Panico porta all’alterazione Funzionale del nostro Sé, questo significa che tutti i nostri Piani di Funzionamento si alterano da quello cognitivo, a quello emotivo, al fisiologico e al posturale.
Andando a vedere meglio come è la configurazione del Sé della persona possiamo riscontare sul la presenza di fantasie negative scollegate dalle sensazioni, come la paura di morire, la paura delle malattie… che determinano una paralisi del razionale. La progettualità si chiude, la persona non riesce più a fare progetti nella sua vita, il tutto è “filtrato” dall’ansia per questo spesso alla sintomatologia del DAP si presenta anche un forte vissuto depressivo. I sogni presenti se pur pochi e rari sono in maggioranza angoscianti, anche i ricordi si alterano, sono pochi e spesso privi di emozione. Il controllo razionale si espande e domina su tutto, diventa necessario controllare la realtà nei minimi dettagli, le situazioni, evitare luoghi, circostanze… di conseguenza anche il senso del tempo si altera, vi impossibilitò di stare nel presente e il futuro viene schiacciato.
Sul PIANO EMOTIVO prendono molto spazio la paura e la rabbia per non essere capiti, es. “Ma tu che ne sai!!!” è una esclamazione frequente, alla quale spesso so lega un senso di solitudine e di non sentirsi sorretti. Quindi possiamo ribadire che sono presenti sentimenti come sfiducia e tristezza, spesso la persona tende ad auto commiserarsi. La tenerezza, umorismo, la vitalità sono totalmente carenti.
Sul PIANO POSTURALE si presentano delle posture chiuse e rigide a causa del controllo esasperato, i movimenti sono trattenuti e a scatti, a volte anche goffi. Poco presenti movimenti morbidi e ampi, che implicano anche a mantenere la forza su una posizione trattenuta e chiusa.
Infine il PIANO FISIOLOGICO si caratterizza dalla serie di sintomi e forse anche più all’occhio il piano più compromesso. I sintomi sono quelli già un po’ evidenziati come tachicardia, sudorazione, apnea e respiro bloccato, disturbi addominali, nausea, sensazioni di malessere amplificato, soglie percettive basse e quindi alterate. Una presenza di simpaticotonia accompagnata da crolli vagotonici (svenimenti).
Che cosa fare veramente?
E’ importante ritrovare il nostro equilibrio psico-fisico in ogni momento della giornata, non soltanto, quando stiamo male e non ce la facciamo più.
L’Attacco di Panico se invalidante può richiedere inizialmente anche un supporto farmacologico per far si che la persona non si senta totalmente imprigionata dal disturbo ma una terapia psicologica può di gran lunga intervenire su quei Funzionamenti di Fondo che mantengono questo alterazione.Sicuramente gli amici, i parenti, il/la compagno/a spesso non hanno gli strumenti giusti per aiutarci… bisogna rivolgersi alla persona competente e qualificata, uno specialita.
Avere una maggiore conoscenza di noi stessi, di come funzioniamo in certe situazioni sicuramente, ci può aiutare a sentirci meglio. Scopriamo i giusti Movimenti, recuperiamo il nostro Benessere, solo così potremo sentirci…. bene, in forma e vitali di nuovo.
a cura di Cristiana Salvi
Gran parte della nostra comunicazione non avviene attraverso la parola, ma altre forme di espressione come: i gesti, il movimento del corpo, il tono della voce, l’espressione del volto, il “sorriso”.
La gran parte del messaggio che viene trasmesso all’interlocutore è, quindi, non verbale ed il sorriso che consiste oggettivamente in un semplice stiramento della bocca inarcando le labbra, viene a rappresentare uno dei segnali non verbali più efficaci nella comunicazione sociale.
Tutti gli esseri umani hanno bisogno di aggregazione, di scambi sociali ed emozionali ed il sorriso, in quanto “carezza sociale” ed “abbraccio emozionale” capace di entrare nell’anima di chi lo riceve, soddisfa il bisogno di intimità, di umanità, di dare e ricevere amore che è presente in ciascun essere umano e sin dal concepimento.
Certamente, quando si parla di sorriso non si intende un sorriso falso e convenevole che non è in grado di convincere nessuno,
ma un sorriso spontaneo, gentile, cordiale che entra e conquista i cuori.
Le persone che sorridono tendono a cavarsela meglio nella vita e nei rapporti interpersonali, a lavorare meglio, ad insegnare meglio, a crescere figli più felici e, nel sistema educativo, il sorriso è certamente più forte della minaccia in quanto l’incoraggiamento che trasmette, è più efficace della repressione
Non costa nulla, ma dà tanto; arricchisce chi lo riceve senza impoverire chi lo offre, porta la felicità in casa, la buona volontà sul lavoro ed è il simbolo dell’amicizia..
E’ un raggio di sole per chi è triste, un segno di speranza per chi è scoraggiato, un riposo per chi è stanco, un rimedio sano e naturale per tutti i guai.
Dura un secondo…. , ma il suo ricordo è decisamente eterno.
a cura Dr.ssa Persiani Laura
Le sotanze pericolose
I ritmi serrati che la vita ci porta ad avere sempre di più fanno si che gustare il cibo preparato in modo armonico e genuino diventa un momento sempre più raro. Anche perché il pasto spesso non è più visto come un’occasione per fare una pausa e un momento per stabilire un dialogo ma viene percepito come un’interruzione delle proprie attività.
Diverse ricerche e studi condotti dalla rivista “The Journal of Pediatrics”evidenziano come questi cambiamenti e comportamenti alimentari abbiano avuto un’influenza notevole sulle abitudini alimentari dei bambini e adolescenti poi.
Uso di conservanti e aromatizzanti non è una novità, fin dagli egizi era abitudine esaltare il sapore dei piatti per i faraoni, e così via via nel corso della storia e delle tradizioni alimentari… ma oggi è buono sapere che utilizzo di queste sostanze oltre ad avere come finalità la migliore conservazione dei cibi ed esaltarne le loro proprietà creano nell’organismo una vera e propria dipendenza, che forse a volte ci appare nascosta e sconosciuta.
Per tutelarsi in qualche modo anche da aspetti puramente commerciali legati al cibo e agli alimenti possiamo adottare alcune piccole regole che sicuramente ci saranno di aiuto, innanzi tutto è buona abitudine cominciare a leggere l’etichetta dei cibi che compriamo e cerchiamo di scegliere quelli più semplici possibili.
Questo non deve diventare una mania che ci porta a dover controllare tutto ma rendere consapevole i nostri figli rispetto a quello che mangiano è già un buon intervento educativo per un sano rapporto con il cibo.
Definire quelli che vengono identificati come “cibi spazzatura” può esserci di aiuto, si tratta di cibi con alto contenuto di zucchero, grassi, sale, farine raffinate e poveri di proteine, vitamine o minerali. Se tra le prime sostanze dell’etichetta troviamo queste allora vuol dire che sicuramente si tratta di un “Junk food”.
Per zucchero intendiamo anche le sue varietà: saccarosio, fruttosio, glucosio, caramello, melassa, miele, dolcificanti artificiali… Facciamo attenzione agli zuccheri nascosti nei cereali… e sappiamo che un eccesso di zuccheri nell’alimentazione di nostro figlio può favorire un accumulo di peso e essendo un acidificante attacca lo smalto dei denti impedendo un assimilazione del calcio e un proliferare della carie dentaria.
Oltre agli zuccheri dobbiamo porre attenzione ai grassi: le margarine, il burro, gli oli vegetali idrogenati, lo strutto, il lardo, la panna, le creme… e alsale. Il sale scientificamente denominato cloruro di sodio non va usato in eccesso, tutti i pediatri ci informano che il sale non va introdotto nella dieta del bambino prima dell’anno.
L'Orchidea, si occupa da tempo di promuovere attività e servizi per il benessere e la salute delle persone grazie al lavoro interdisciplinare di diverse figure professionali (psicologi, psicoterapeuti, avvocati, nutrizionisti, naturopati, operatori olistici, logopedisti...) si è interessato di sviluppare una collaborazione attiva con il Municipio VII (ex X Municipio) per proporre un ciclo di eventi ossia seminari informativi per il cittadino su temi sociali, psicologici e educativi che coprono l'intero il ciclo di vita della persona, dalla nascita all'invecchiamento.
Eventi gratuiti senza fine di lucro al quale il cittadino può liberamente partecipare.
Il fine per noi è quello di diffondere una cultura di prevenzione per un benessere concreto e reale. Siamo convinti che lo stare bene deve diventare un valore vero e sano della società. A tale scopo è necessario un’opera capillare da promuovere nel proprio territorio e nel microambiente; noi come professionisti del settore abbiamo il compito di favorire e incrementare la conoscenza su temi sociali che spesso destano timori, paure e allarme.
Argomenti come il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, la violenza, il femminicidio, l'iperattività, l'educazione affettiva e sessuale dei ragazzi di oggi, l'anziano, la famiglia e la società, le new acdition, i disturbi alimentati, il panico e l'ansia... e altro ancora.
i seminari avranno cadenza mensile, in base all'organizzazione del Municipio
ti invitiamo pertanto a iscriverti al portale per poter essere informato sull'evento e ricevere invito gratuito.
Riportiamo di seguito una parte del programma organizzato 2015-2016
PRIMO SEMINARIO:
25 maggio 2015
17.00 -19.00
Capricciosità e Oppositività in bambini dai 2 ai 5 anni
Come gestire regole e limiti
Una visione integrata: dal no al si condiviso
a cura della Dr.ssa Cristiana Salvi (Psicologa e Psicoterapeuta S.I.F.)
SECONDO SEMINARIO
23 ottobre 2015
17.00 - 19.00
Figli, Genitori e Nonni: confini e gerarchie
Aspetti psicologici, giuridici e istituzionali
A cura Dr.ssa Giuseppina Vecchio (Psicologa e Psicoterapeuta Sistemico Relazionale) e Dr. Angelo Ippoliti (Avvocato)
TERZO SEMINARIO
“La scuola e i compiti a casa”
Come supportare i nostri figli nel percorso dell’apprendimento sentendoci genitori efficaci
A cura Dr.ssa Valentina Olla Pes (Psicologa e Tutor per l’apprendimento)
Educazione alimentare e prevenzione delle patologie cronico-degenerative: le dislipidemie e l’ipertensione
a cura Dr.ssa Tiziana Sacchetti (dietista)
“Il Fenomeno del Bullismo e Cyberbullismo” Aggressività, rabbia e violenza nei giovani di oggi.
Quali le cause e i possibili interventi: aspetti educativi, clinici e giuridici
A cura Dr.ssa Cristiana Salvi (Psicologa e Psicoterapeuta S.I.F.) e Dr. Angelo Ippoliti (Avvocato)
“L’anziano, la famiglia e la società: il processo di invecchiamento da un punto di vista psicologico e neuropsicologico. Un aiuto per anziano e la sua famiglia”
A cura Dr.ssa Laura Persiani (Psicologa e Psicoterapeuta indirizzo cognitivo-comportamentale)
La figura paterna nello sviluppo psichico del bambino.
Aspetti psicologici e giuridici
A cura Dr.ssa Giuseppina Vecchio (Psicologa e Psicoterapeuta Sistemico Relazionale) e Dr. Angelo Ippoliti (Avvocato)
“Il fenomeno del femminicidio e della violenza sulle donne: le cause del fenomeno, le conseguenze e le possibilità di intervento secondo la Metodologia Funzionale. Aspetti clinici e giuridici”
A cura Dr.ssa Cristiana Salvi (Psicologa e Psicoterapeuta S.I.F.)
Paura, Panico, Fobie… I disturbi d’ansia e gli Attacchi di panico. Teorie, metodi e tecniche del NeoFunzionalismo e Floriterapia
A cura Dr.ssa Cristiana Salvi (Psicologa e Psicoterapeuta S.I.F.) e Maria Cristina Fiori (Erborista, Naturopata e Floriterapista)
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Una chiarezza di fondo per comprendere i fenomeni legati alla violenza e le sue radici psico-sociali
Perché l’aggressività e la forza nei giovani di oggi sono inquinate da violenza e distruttività? Oggi parliamo di aggressività, ma che cosa è veramente? E’ solo una parola a cui associamo subito pensieri negativi e brutti, che ci fanno preoccupare, spaventare o possiamo pensare che riguarda un aspetto positivo di noi? Se andiamo a vedere l’etimologia della parola aggressività possiamo già capire alcune sfumature. Aggressività viene dal latino ad-gredior che significa “andare verso”, si tratta di un movimento volto a cambiare le situazioni e le persone intorno a sé, volto a chiedere e prendere quello di cui si ha bisogno o ad allontanare quello che non ci piace. Un movimento a volte deciso e forte ma altre volte giocoso e affettuoso. Giocoso in che senso?
Pensiamo a un bambino piccolo quando vuole misurarsi con la propria forza in giochi di lotta, sia con i pari ma in modo particolare con gli adulti; possiamo notare come i ragazzi adorano essere “schiacciati” su un materasso o sul divano, essere sbatacchiati, si divertono a fare il solletico, essere tirati… e tutto questo non ha niente a che fare con la cattiveria e la distruttività.Nel senso comune invece spesso tendiamo ad assimilare l’aggressività all’Aggressione. Questo abbinamento, aggressività = violenza come qualità negativa, non ci aiuta a capire l’aggressività nella sua completezza e nei suoi funzionamenti sani.
Quando accade che l’aggressività può alterarsi?
Possiamo dire che nel momento in cui al bambino non viene permesso di esprimere apertamente la sua forza, perchè si scontra continuamente con attacchi e critiche, comincia a vivere nella sfiducia e facilmente perde la possibilità di raggiungere i suoi obiettivi muovendosi con tenerezza, sensibilità e affettuosità nei confronti del mondo. Perdendo la capacità di vivere serenamente la sua aggressività “affettuosa”, di esprimere la sua forza in modo pieno e aperto, accumulerà sempre di più rabbia e rancore che sfocerà all’esterno con episodi di violenza. In questo caso l’aggressività originaria si altera e diventa aggressione.
Perché la donne si sentono meno in diritto di esprimere la loro aggressività?
Sullo sviluppo dell’aggressività si crea una scissione fra caratteristiche maschili e femminili Alle bambine e alle ragazze vengono date regole di comportamento che limitano le capacità di sentire ed esprimere pienamente la loro forza, devono essere educate, stare al loro posto, con il risultato che viene meno la capacità di proporsi al mondo esterno, di lanciarsi in progetti importanti e viene meno l’autostima Con i bambini e i ragazzi nell’educazione familiare si è tolleranti e compiaciuti verso i modi forti e bruschi, i movimenti intensi, la lotta, i giochi violenti. Se le bambine vengono spinte alla fragilità e la passività, ai maschietti tutto questo viene inibito e negato, con il risultato che qualsiasi movimento è privo di tenerezza.
Perché sempre di più nella nostra società osserviamo che la trasgressione associata alla violenza non è più solo adolescenziale ma è diventata una norma in età precoce ?
Sicuramente possiamo dire che la famiglia oggi riesce a fare poco da filtro rispetto a messaggi negativi che vengono da fuori, i bambini sono spesso soli davanti a modelli di successo, di potere, che trasmettano la sensazione di non essere mai all’altezza, alimentano la rabbia che si trasforma nell’essere disposti a tutto per avere quello che si vuole. Tenerezza, calma, sentirsi appoggiati e guidati sono sempre meno presenti nella dimensione emotiva La violenza trasmessa dai mass media è completamente irreale staccata da sofferenza e dal dolore tanto da poter diventare un esempio facile da emulare.
La presenza di figure
Sicuramente l’aggressività ha molti punti in contatto con la forza, ma non c’è solo questa, in essa possiamo ritrovare una chiara consapevolezza di cosa si vuole raggiungere, un’immaginazione e un progetto se pur limitato su come arrivare all’obiettivo, da un’emozione di determinazione, da un valore positivo assegnato al proprio muoversi.
Intendere l’aggressività come mera istintualità pone tutti noi nella condizione di volerla tenere sotto controllo, se noi partiamo da una concezione positiva della vita, cioè pensiamo allo sviluppo dell’individuo come ad un continuum di un processo espansivo e positivo di sé, possiamo pensare all’aggressività come a una delle nostre capacità importante per espandersi. L’aggressività deve essere vista come un motore indispensabile per attivare tutte le funzioni del Sé, per soddisfare i Bisogni di Base umani. Forza e aggressività originaria non sono inquinate da violenza e distruttività, lo diventano nel momento in cui nello sviluppo vengono a mancare le condizioni per un accoglimento pieno dei bisogni di base. Paliamo di bisogni , non di desideri
Un bambino che ha subito esageratamente lo scontro con il mondo degli adulti, che non ha avuto una vera guida ma si è trovato davanti ad attacchi e le critiche continue, vivrà nella sfiducia e facilmente perderà la possibilità di raggiungere i suoi obiettivi muovendosi con tenerezza, sensibilità e affettuosità nei confronti del mondo.