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Differenze, benefici e caratteristiche.

Gentili lettori, ben ritrovati. Questo mese accenniamo alle principali differenze tra le sostanze prebiotiche e i microrganismi probiotici.

I prebiotici sono sostanze organiche non digeribili di origine alimentare che, assunte in quantità adeguata, facilitano selettivamente la crescita e/o l'attività di uno o più batteri benefici già presenti nel tratto intestinale o assunti insieme allo stesso prebiotico.

In commercio sono disponibili diversi alimenti e integratori, che apportano prebiotici in quantità adeguata, utili a favorire lo sviluppo di gruppi batterici benefici all'uomo.
Tra le principali sostanze prebiotiche ritroviamo gli oligosaccaridi ed in modo particolare l'inulina ed i frutto-oligosaccaridi (FOS).

Le fonti principali di oligosaccaridi sono gli alimenti di origine vegetale, quali cicoria, carciofo, cipolla, porri, aglio, asparagi, grano, banane, avena e soia.

I prebiotici esercitano numerose funzioni benefiche per l'organismo umano: contribuiscono alla diminuzione del pH fecale; migliorano il trofismo della mucosa intestinale e la proliferazione cellulare; favoriscono l’aumento della biodisponibilità di minerali; hanno un’azione ipocolesterolemizzante.

I probiotici sono microrganismi detti “a favore della vita” (dal greco: "pro-bios") perché in grado, quando ingeriti in quantità adeguate, di favorire funzioni benefiche per l’organismo umano.

I microrganismi probiotici presentano specifiche caratteristiche e proprietà, riassunte nella tabella.

Gli alimenti e gli integratori che forniscono probiotici in dosi adeguate, contengono microrganismi in grado di raggiungere l’intestino vivi e attivi, e per colonizzazione diretta ivi moltiplicarsi e favorire l’equilibrio della microflora intestinale.

E’ preferibile assumere i prodotti alimentari contenenti probiotici sempre a stomaco vuoto, per un periodo di tempo di almeno 3 / 4 settimane e in dosi di almeno un miliardo al giorno di microrganismi.

I probiotici esercitano numerose funzioni benefiche per l'organismo umano: difendono la mucosa dai batteri patogeni (antagonismo biologico) ; favoriscono la produzione di vitamine ed altre molecole utili; contribuiscono alla diminuzione del pH fecalemigliorando la funzionalità del colon.

Esistono infine alimenti o integratori consimbioticoche sonocostituiti dall'associazione di probiotico con prebiotici, ed hanno lo scopo di migliorare la sopravvivenza dei microorganismi probiotici, fornendo allo stesso tempo un substrato energetico specifico alla flora batterica presente nel colon.

TABELLA: CARATTERISTICHE E PROPRIETA’ DI PREBIOTICI E PROBIOTICI

PREBIOTICI

PROBIOTICI

SIMBIOTICI

- sono sostanze che superano pressoché indenni, i processi digestivi che avvengono nel primo tratto del tubo digerente (bocca, stomaco e intestino tenue);

- rappresentano substrato nutritivo fermentabile per la microflora intestinale, stimolando selettivamente la crescita e/o il metabolismo di una o di alcune specie batteriche ;

- favoriscono positivamente la flora microbica a favore di quella simbionte (bifidobatteri, lattobacilli);

- inducono effetti luminali o sistemici positivi per la salute umana.

-sono microrganismi normalmente presenti nell’intestino umano;

-sopravvivono all’azione dei succhi gastrici, enzimi intestinali e sali biliari;

-non danno reazioni immunitarie o altrimenti nocive;

-sono in grado di aderire alle cellule intestinali e colonizzarle;

-hanno un effetto benefico per la salute umana, grazie all'antagonismo nei confronti di microrganismi patogeni e alla produzione di sostanze antimicrobiche.

-sono associazioni di probiotici e prebiotici, entrambi presenti all'interno dello stesso alimento o integratore.

 

A cura della Dott.ssa Tiziana Sacchetti, Dietista.

Negli ultimi anni è aumentato l’interesse degli studiosi verso la sessualità nella terza età, in quanto è parte integrante del benessere psichico e fisico dell’individuo ed anche nella persona anziana ha grande valore.

E’ vero che con l’età avvengono dei cambiamenti a livello anatomico e fisiologico, però questo non impedisce il protrarsi dell’attività sessuale fino ad età molto avanzate ed il poterla viverla in maniera soddisfacente.

Uno dei disturbi più comuni tra le persone anziane è la “depressione” che oltre alla tristezza e malinconia, si manifesta anche con ansia, perdita di appetito, irritabilità, disturbi del ritmo sonno-veglia, senso di inutilità e riduzione del desiderio sessuale, tanto da determinare negli uomini il sorgere di impotenza secondaria.

Il rendersi conto di non poter svolgere le stesse azioni e prestazioni di una volta infatti, potrebbe dar luogo ad uno stato personale di frustrazione e stress tanto da incidere negativamente sulla prestazione sessuale e generare ulteriore ansia; a ciò potrebbe aggiungersi la conseguenza di alcuni farmaci presi anche per la depressione, ossia disfunzioni sessuali, venendosi così a creare un circolo vizioso.

Se è vero che con il trascorrere degli anni sopraggiungono mutamenti di varia natura, è altrettanto vero che questi non dovrebbero essere interpretati a livello sociale e personale come un “declino” e niente altro, ma elaborati come facenti normalmente parte dell’età che avanza e che, al contrario di quanto ci si aspetti, offrono la possibilità di vivere dei rapporti affettivi più profondi rispetto al passato, dove l’efficienza viene sostituita dalla dolcezza. Quest’ultima, espressione di un bisogno di contatto, di vicinanza e tenerezza presente in ognuno di noi, rende più disponibili e tolleranti verso sé stessi e l’altro della coppia, venendo a crearsi un rapporto intimo non assolutamente frustrante, ma pieno di bellezza e ricchezza interiore.

La presa di coscienza dell’esistenza di una realtà così meravigliosa consente di non rassegnarsi in maniera passiva all’avanzamento dell’età, ma di affrontarla ed elaborarla con positività e fiducia, utilizzando al meglio le capacità disponibili e le esperienze accumulate negli anni ricche di belle emozioni che rendono altrettanto bello e coinvolgente il vivere presente e favoriscono la massima espressione della propria capacità di amare in maniera più completa e consapevole.

Il desiderio di amore e seduzione in conclusione, è una costante presente nelle persone anziane sia uomini che donne, e oltre a rompere la solitudine, fa stare meglio, aumenta le sensazioni positive e l’energia sia psichica che fisica, migliorando in maniera inequivocabile la qualità della propria esistenza in tutto il suo percorso.

 

a cura della Dr.ssa Laura Persiani

ESSERE UN PO’ TRISTI DURANTE LA MATERNITA’ 

I disturbi dell’umore legati alla Gravidanza e al dopo Parto

Durante il periodo della gravidanza sempre più donne attraversano momenti di “depressione” che spesso si presentano in maniera più forte e intensa nel periodo subito dopo il parto. Si presentano sensazioni di ansia, a volte anche di angoscia verso i cambiamenti fisici ed emotivi, pensieri e preoccupazioni , vissuti di insicurezza e sentimenti di forte inadeguatezza nell’accudimento del neonato. Sintomi come stanchezza, esagerata emotività, disturbi del sonno e variazioni dell’appetito possono essere confusi con quelli della gravidanza invece che valutati come segni importanti di ansia e depressione.

Molti sono i termini usati e avere un po’ di chiarezza può esserci di aiuto.

Precisamente quella che viene conosciuta come Baby Blues, o Maternity Blues, o Disforia post-partum, o Depressione produttiva consiste in una serie di disturbi dell’umore, temporanei e passeggeri, che talvolta colpiscono le neomamme anche laddove la gravidanza sia stata fortemente desideratae abbia avuto un decorso del tutto normale.

Questo perché durante la gravidanza la concentrazione degli estrogeni e del progesterone aumenta progressivamente per poi scendere rapidamente nelle prime 24 ore dopo il parto. Alcuni studi a tale proposito hanno messo in relazione tale mutamento con insorgenza di sentimenti depressivi, tali cambiamenti ormonali determinano insorgenza di sbalzi d’umore un po’ come succede al alcune donne durante la fase mestruale. Sentimenti e emozioni come senso di inadeguatezza, angoscia, tristezza latente spesso accompagnata da crisi di pianto e frequenti sbalzi di umore, assenza di interesse nei confronti del bambino appena messo al mondo, inappetenza…. sono possibili segnali di questo stato depressivo non patologico.

Tali sintomi presenti tra il 3 e 5 giorno scompaiono all’incirca entro i primi 15 giorni grazie al sostegno del partner e della famiglia. Molti studi e ricerche hanno dimostrato inoltre che anche l’allattamento al seno svolge un ruolo positivo, in quanto la produzione dell’ormone della prolattina ha una funzione protettiva verso vissuti depressivi.

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Piacere di Mangiare sano: come educare il bambino fin da piccolo (1° parte di 2)

Come impedire ai nostri piccoli di mangiare prevalentemente schifezze come caramelle, merendine, patatine, cioccolato, pop corn, biscotti e altro ancora, non è una impresa facile. Quello che gli americani chiamano junk food, “il cibo-spazzatura”. Come farli sedere a tavola ed evitare che sgranocchiano tutto ciò che capita davanti alla tv?

Dopo solo 12 ore dalla nascita il bambino già sa distinguere il sapore dolce, dal salato, dall’amaro e acido. Studi e ricerche hanno confermato che il feto scopre il gusto attraverso il liquido amniotico a seconda dei cibi che la mamma consuma, sembra inoltre che il sapore preferito sia quello dolce, come zucchero. Per verificare ciò basta mettere un po’ di acqua zuccherata sulle labbra del neonato e verificare che subito succhierà esausto. A differenza di una goccia di limone che provoca smorfie. Si pensa che questo sia una predisposizione innata in quanto sappiamo che in natura la maggior parte degli alimenti di sapore dolce sono benefici mentre quelli amari sono velenosi.

Dal 5 al 6 mese il piccolino comincia a inoltrarsi nel mondo di nuovi sapori e odori, per questo è molto importante presentare un nuovo alimento per volta proprio per evitare confusione che potrebbe portare il bambino a respingere qualsiasi tipo di cibo. Per alcuni bambino anche l’aspetto del cibo è essenziale, sembrano attratti dai cibi che adulto mangia per colori, forma, odori. 

Nei primissimi anni di vita è la madre a svolgere un ruolo decisivo nella formazione e nell’evoluzione dei gusti, la trasmissione avviene soprattutto per imitazione infatti alcune osservazioni svolte a neonati intorno ai 14 e 20 mesi hanno evidenziato come i piccolini accettavano volentieri cibi sconosciuti se proposti della madre e se lei stessa li mangia.

Verso i 2-3 anni i bambini manifestano il piacere di dire di “no” anche nel cibo, non è un caso che asilo mangiano qualsiasi cosa mentre a casa no. Insistere per far mangiare non serve e neanche le minacce, per esempio “se non mangi la verdura non guardi più la tv” non serve.

Il gusto si modifica nel tempo, è importante che il bambino venga abituato a cibi salutari in modo che possa scegliere tra questi i suoi gusti preferiti, solo così è possibile tutelare la dipendenza a cibi poco nutrienti e calorici….

 

a breve la 2° parte dell’articolo

L’ACQUA NELLA DIETA

Una risorsa fondamentale per la nostra vita.

Per comprendere l’importanza di questo elemento, è bene ri­cordare che il corpo umano è costituito per la gran parte da acqua.

Nel bambino, alla nascita, l’acqua rappresenta cica il 77% del peso corporeo. Con l’avanzare dell’età tale percentuale diminuisce, infatti, nell’adulto, la percen­tuale di acqua presente è pari a circa il 60% del peso corporeo.

L’acqua ha un ruolo fondamentale nel consentire all’organismo diverse funzioni:

- la corretta eliminazione delle scorie metaboliche;

- è indispensabile per la regolazione della temperatura corporea e del volume cellulare;

- agisce come “lubrificante” e ha funzioni di ammortiz­zatore nelle articolazioni e nei tessuti;

- è il solvente delle reazioni metaboliche;

- mantiene elastiche e compatte la pelle e le mucose;

- favorisce il transito intestinale e la di­gestione;

- apporta sali minerali all’organismo.

L’acqua è un nutriente essenziale e il suo fabbisogno richiede nell’adulto l’as­sunzione di circa 1 ml di acqua per ogni chilocaloria assunta con la dieta; nel bambino il fabbisogno è più alto a causa delle più elevate perdite giorna­liere di questo nutrien­te, e, corrisponde a circa 1,5 ml di acqua per chilocaloria as­sunta ogni giorno.

Inoltre l’acqua non ha apporto calorico, quindi non fornisce energia all’organismo e non interviene nelle variazioni della massa corporea.

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